La suite OpenOffice.org alla conquista di MS Windows ®

Gli utenti finali del sistema operativo di casa Microsoft stanno prestando sempre maggiore attenzione al Free Software e le nostre applicazioni sembrano possedere le caratteristiche giuste per avere successo anche su questo mercato.

Uno dei maggiori equivoci oggi esistenti nel mondo del Free Software (da non confondere con il gratuito, ma proprietario freeware) è l'identificazione di questa tipologia di applicazioni con il sistema operativo denominato GNU/Linux. L'utente medio e anche qualche giornalista continuano a credere che per poter usufruire della libertà e della velocità di sviluppo garantite dal Free Software si debba necessariamente abbandonare la piattaforma MS Windows in favore di un ambiente completamente nuovo e a volte più «tecnico» come spesso è considerato GNU/Linux.

Sebbene sia fondamentalmente corretto che GNU/Linux possa fornire il massimo grado di libertà tanto per il sistema operativo, quanto per le applicazioni di uso quotidiano, non è altrettanto vero che coloro che per necessità o per scelta continuano a utilizzare MS Windows debbano fare a meno del Free Software.

Al contrario, proprio nel corso del 2002 si sono avuti gli annunci di Free Software multi-piattaforma che stanno riscuotendo un notevole successo. Tra questi, sicuramente OpenOffice.org ha una parte di assoluto rilievo.

Traendo i dati solo dalle statistiche di download dei mirrors italiani http://openoffice.e4a.it/ e ftp://ftp.linux.it/pub/mirrors/openoffice/ (a livello internazionale i mirrors OpenOffice.org sono attualmente 68, ma aumentano costantemente) riferibili alla versione localizzata in italiano di OpenOffice.org 1.0.1, possiamo già rilevare alcune interessanti considerazioni almeno a proposito della realtà esistente nel nostro paese:

(Dati relativi al periodo 1 Agosto 2002 - 17 Settembre 2002)

Sistema Operativo Numero Downloads del file d'installazione
(escluso codice sorgente)
% sul Totale
MS Windows 13.112 77,58
Linux (Intel) 3.789 22,42
Totale 16.901 100

Appare immediatamente evidente come gli utenti Microsoft siano oltremodo entusiasti della disponibilità di un'alternativa valida e libera alle suite per l'ufficio proprietarie che dominano attualmente il mercato.

In aggiunta, le cifre indicate devono essere interpretate alla luce delle libertà garantite dalle licenze di OpenOffice.org (SISSL e GNU LGPL), in particolar modo la libera distribuzione gratuita e commerciale e la libera modifica del software. Una sola copia di OpenOffice.org scaricata da un qualunque server, può essere installata liberamente e senza costi aggiuntivi su un numero praticamente illimitato di PC oppure ridistribuita attraverso i normali canali quali i negozi di informatica, i produttori OEM di personal computer, le riviste specializzate, etc. Inoltre, sia le aziende di consulenza informatica sia gli sviluppatori indipendenti possono apportare modifiche ad hoc grazie alla disponibilità del codice sorgente per la ridistribuzione ai propri clienti che non possono essere identificati e catalogati in modo preciso attraverso le statistiche ufficiali dei downloads, ma che contribuiscono in maniera enorme alla diffusione del prodotto.

In un contesto di questo genere, è scontato chiedersi quale sia la ragione principale che spinga gli utenti ad utilizzare OpenOffice.org su MS Windows invece del classico MS Office. A prima vista, si potrebbe pensare alla gratuità delle applicazioni OpenOffice.org, ma bisogna tener conto che questo elemento non è vero di principio, in quanto alcuni distributori impongono il pagamento di una cifra variabile da pochi a diverse decine di euro e le aziende che desiderano un supporto tecnico oppure didattico per le postazioni dotate di queste applicazioni devono sempre mettere in preventivo i costi necessari a tali attività.

Scavando più a fondo, ci si rende conto che Openoffice.org consente di introdurre un nuovo elemento nel processo di scelta del materiale informatico da parte dell'utente privato o aziendale che sia: cioè l'indifferenza dell'applicazione verso il sistema operativo che si andrà ad utilizzare. Sul piano di un confronto tra OpenOffice.org e i concorrenti proprietari su piattaforma MS Windows, la garanzia di equivalenza di funzioni, se non proprio identità, e la compatibilità con i formati più diffusi che questo Free Software offre rassicura l'utente finale sulla bontà della propria scelta. Allo stesso tempo, l'esistenza di un'applicazione che abbia le medesime funzioni e che utilizzi un formato dati libero su sistemi operativi differenti, permette una valutazione a cuor leggero della possibilità di passaggio a GNU/Linux o a qualunque altro sistema operativo supportato che soddisfi le esigenze dell'utente.

Quest'analisi non è solo pura teoria, ma può essere già verificata ora, grazie all'esistenza di StarOffice, la Suite proprietaria di Sun Microsystem che essendo basata sullo stesso codice di OpenOffice.org ne condivide in massima parte le caratteristiche, formato dei documenti compreso. Gli utenti possono già ora confrontare le proprie necessità con i prodotti offerti da OpenOffice.org e Sun Microsystem senza dover aggiungere nella valutazione dei pro e dei contro anche il timore di una conversione dei propri documenti nel nuovo formato o il lasso di tempo necessario per comprendere il funzionamento di un nuovo sistema operativo. Con entrambi i software, il funzionamento sarà identico ovunque lo si utilizzi e si dovrà solo verificare se le proprie esigenze (di prezzo, di funzioni, di supporto) sono soddisfatte dall'una piuttosto che dall'altra applicazione.

Per esempio, un'azienda che voglia tentare la migrazione della propria base informatica verso GNU/Linux, ma non si senta sicura del supporto offerto da OpenOffice.org potrà inizialmente rivolgersi a StarOffice e in un secondo tempo, nel caso in cui si voglia valutare appieno il vantaggio di una piattaforma completamente Free Software, passare a OpenOffice.org. Lo stesso passaggio può avvenire in senso inverso e in maniera completamente indolore.

Allo stesso tempo, un utente privato che si ritenga al momento pienamente soddisfatto dal sistema operativo MS Windows, può tranquillamente adottare OpenOffice.org per valutare il Free Software e successivamente decidere di passare a GNU/Linux. Fossero anche mutate le necessità che lo avevano portato ad adottare OpenOffice.org come applicazione primaria, rimarrebbe comunque aperta la strada StarOffice. Il tutto, senza che nella sua valutazione siano intervenute considerazioni imposte dal produttore del software, quali per esempio un repentino cambio del formato dei documenti.

E' proprio nel formato XML libero e ampiamente documentato che OpenOffice.org ha il proprio punto di forza. Con tale formato, non solo non si corre il rischio di rimanere vincolati ad un'unico fornitore software in quanto qualunque programmatore potrebbere creare dei semplici script per l'interpretazione delle definizioni dei documenti OpenOffice.org, ma allo stesso tempo i documenti diventano facilmente manipolabili e trasferibili ad altre applicazione che supportano XML.

L'approccio appena mostrato per la liberazione degli utenti MS Windows da elementi imposti dall'esterno nella scelta del software non è peculiare del solo progetto OpenOffice.org, ma si sta diffondendo velocemente nel mondo del Free Software. Per esempio il browser Mozilla è ormai pienamente funzionale su tutte le piattaforme supportate e perciò nuovamente concorrenziale nei confronti di MS Internet Explorer e delle applicazioni collegate. I motori di database MySQL e PostgreSQL hanno già o avranno presto una versione MS Windows perfettamente funzionante, così come il server web Apache o il client di posta elettronica Sylpheed-Claws, meravigliosamente integrato con il sistema di crittografia elettronica GnuPG.

La grande diffusione che OpenOffice.org sta avendo tra gli utenti di MS Windows può perciò essere vista come un bene effetivamente necessario, non solo per gli utenti di GNU/Linux o del Free Software in genere, ma pure per coloro che continueranno a preferire il software proprietario. Le grandi case produttrici non potranno più dormire sonni tranquilli basando i propri bilanci sulla persistenza dello status quo, ma dovranno tornare a lottare sul piano delle caratteristiche e della sicurezza, con grande soddisfazione dei propri utenti.

Gianluca Turconi