Il Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org (PLIO) illustra la propria posizione davanti alla Commissione ministeriale per il software a codice sorgente aperto.

Il 12 Febbraio scorso, una delegazione del Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org (PLIO), ha avuto occasione di essere audita dalla "Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione", predisposta dal Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie per l'analisi delle tendenze tecnologiche e di mercato. Per illustrare i diversi aspetti di questo tema erano presenti: Davide Dozza e Flavio Filini, membri del PLIO e Franco Violi, responsabile dei sistemi informativi di Metodo S.r.l.

Davide Dozza, co-mantainer del progetto, ha fatto notare alla Commissione come l'utilizzo di formati XML completamente liberi, come, appunto quelli offerti da OpenOffice.org, costituisca un'opportunità di garanzia dei diritti del cittadino nei rapporti telematici con la Pubblica Amministrazione. Infatti, come il suo formato, il pacchetto OpenOffice.org è libero e, quindi, la sua adozione significa tutelare il cittadino, garantito sia in termini di accessibilità ai dati, assicurata dalla libera disponibilità del pacchetto sia in termini di disponibilità nel tempo dei documenti, indipendentemente dalle politiche dei produttori di software, diventando egli stesso il reale proprietario dei propri dati.

E' stato inoltre sottolineato come l'attuale atteggiamento della PA permetta il perpetuarsi di situazioni che favoriscono il produttore del più venduto pacchetto software di office automation. La sua diffusione, infatti, anche indiretta, determina uno standard de facto che esclude altre soluzioni, siano esse libere o proprietarie, La PA può giocare un ruolo molto importante nel garantire la proprietà dei dati ed un mercato di reale concorrenza, adottando formati liberi che per essere fruiti non necessitino di un determinato pacchetto proprietario e dialogando con i fornitori di prodotti proprietari affinché utilizzino tali formati in modo nativo.

Inoltre, in relazione alla distorsione del mercato ICT ed al monopolio sui formati proprietari, è stato fatto presente come le aziende impegnate nel Software Libero si trovino di fronte ad una enorme barriera all'ingresso che non consente loro di operare in modo efficace per essere concorrenziali a soluzioni proprietarie. Ciò diventa ancora più evidente quando vengono sostanzialmente escluse da alcuni bandi pubblici, in quanto strutturati per "l'acquisto" di licenze, poiché come è noto il software libero commerciale non basa i propri profitti sulla vendita di licenze d'uso, ma sui servizi correlati al software. Dunque, se la Pubblica Amministrazione, nel rispetto della libera concorrenza, strutturasse i bandi di fornitura in modo che includano, oltre al bene strumentale, tutti quei beni o servizi che nel loro insieme compongono la "soluzione" completa (software, formazione, personalizzazione, modulistica e documentazione), si potrebbe parlare di neutralità del mercato informatico pubblico nei confronti del mondo libero e del mondo proprietario.

Flavio Filini, responsabile delle relazioni con la Pubblica Istruzione e l'area didattica per il PLIO, ha tracciato un accurato quadro della situazione attuale negli istituti scolastici italiani, di seguito i principali:

  1. mancata diffusione del principio di legalità. Se l'insegnamento avviene unicamente utilizzando strumenti proprietari, gli studenti sono costretti ad acquistare gli stessi prodotti utilizzati nelle scuole a prezzi che possono incidere anche notevolmente sui bilanci familiari, aprendo la porta alla copia illecita del software proprietario. Il costo generalmente più contenuto delle soluzioni basate su Software Libero consentirebbe a tutti di possedere strumenti didattici senza violare la legge.
  2. scarsa o assente informazione diretta sulle alternative software. Se effettivamente gli istituti scolastici sono ormai dotati di piena autonomia didattica, devono avere anche la possibilità di fare scelte tecniche che permettano di ottimizzare le risorse, ricorrendo al software libero quando lo ritengano opportuno. L'informazione necessaria per una corretta ponderazione dei costi e benefici di tale scelta è però praticamente assente dai canali informativi ufficiali della pubblica istruzione e, inoltre, il materiale messo a disposizione dei corsisti del corso "A di alfabetizzazione informatica" previsto dalla Circolare Ministeriale 55/2002 è utilizzabile compiutamente solo utilizzando Windows e Office di Microsoft.
  3. Valorizzazione del ruolo educativo della scuola. Il Software Libero, diversamente dal proprietario, permette agli insegnanti di trasmettere ai giovani la cultura della sperimentazione che è alla base dell'educazione scientifica e consente agli studenti di acquisire, grazie alla disponibilità del codice sorgente, quelle capacità tecniche ed elaborative che solo "toccando con mano" è possibile esperire.

Franco Violi ha riportato le difficoltà che i cittadini, siano essi individui o aziende, incontrano nel dialogo con le strutture informatiche della Pubblica Amministrazione. Infatti, il Responsabile dei Sistemi Informativi della FederImpresa Lapam, di Modena, dovendo gestire un'infrastruttura informatica di 700 PC e 84 server distribuiti su altrettanti sedi periferiche, ha scelto di utilizzare Linux e OpenOffice.org per svolgere il proprio lavoro.

La migrazione, avvenuta solo dopo un'approfondita analisi che ha coinvolto i dipendenti interessati che, in qualità di utenti finali, hanno evidenziato le funzionalità utilizzate dei prodotti proprietari di produttività aziendale (elaboratore di testi e foglio di calcolo), consentendo l'individuazione di pacchetti liberi in grado di soddisfare tali esigenze.

L'analisi che ha portato all'adozione del Software Libero includeva la valutazione di elementi concreti quali evitare la produzione dei propri documenti in formati proprietari e chiusi, per il cui utilizzo nel tempo risultasse necessario il continuo passaggio all'ultima release del prodotto, la salvaguardia della privacy garantita dalla trasparenza del codice sorgente e, non ultima, la sicurezza dei dati, maggiormente tutelata dall'utilizzo di sistemi attualmente meno vulnerabili ai virus informatici. La considerazione economica, infine, che l'utilizzo del Software Libero consentisse un risparmio di 350.000 EURO in due anni, ha permesso di identificare strategie di reinvestimento in termini di servizi e sviluppo di competenze interne.

Ebbene, a fronte di queste scelte imprenditoriali ponderate, Violi ha testimoniato alla Commissione ministeriale, quali e quante siano le difficoltà frapposte all'utilizzo del Software Libero da parte della stessa Pubblica Amministrazione che pur manifestando la volontà di essere neutrale nei confronti dell'offerta di soluzioni libere o proprietarie, in realtà nei fatti ne ostacola l'adozione non garantendo l'interoperabilità verso i propri sistemi, disegnati per dialogare unicamente con piattaforme proprietarie.

Per esempio, ha dichiarato Violi, le scelte strutturali di alcune PP.AA. che si sono cristallizzate su prodotti Microsoft ® o comunque proprietari, hanno obbligato Metodo Srl a doversi accollare ulteriori costi unicamente per potersi interfacciare con queste istituzioni. In particolare le difficoltà citate sono quelle incontrate con Fedra di Infocamere per la firma elettronica, col sito dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale per il controllo delle posizioni dei propri assistiti, con applicazioni via web del fisco, etc.

Benché alcune istituzioni rendano disponibili all'utenza i propri documenti in un formato largamente accessibile (es. PDF), spesso nel dialogo con gli uffici pubblici occorre utilizzare documenti in formato Microsoft ® .doc, .xls e anche Access, alienando ogni possibilità di interoperare attraverso prodotti terzi, siano essi liberi o proprietari di altre software house. La conseguenza pratica di tale situazione è stata che Metodo Srl è stata costretta ad acquisire licenze d'uso Microsoft per 180.000 EURO non per una propria esigenza interna, ma per una scelta operata da soggetti pubblici In ultima analisi, l'incontro ci ha permesso di esprimere perplessità e preoccupazioni sull'attuale interoperabilità con la Pubblica Amministrazione che si spera saranno riportate dalla Commissione ministeriale nella redazione del rapporto sul software a codice sorgente aperto, in modo tale che la frase: "La Pubblica Amministrazione di fatto non è neutrale verso l'Open Source Software ed ostacola questa scelta [...] La soddisfazione della nostra utenza è inversamente proporzionale ai rapporti istituzionali di ciascun utente con la Pubblica Amministrazione", pronunciata da Franco Violi al termine del suo discorso, sia smentita non solo con le parole, ma anche con comportamenti concreti della stessa Pubblica Amministrazione.

Davide Dozza
Flavio Filini
Roberto Galoppini
Riccardo Losselli
Andrea Sanavia
Gianluca Turconi

Volontari, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org